Le indagini geosismiche  vengono realizzate avvalendosi del metodo sismico a rifrazione che utilizza la determinazione della velocità di propagazione delle onde longitudinali (onde P) e trasversali (onde S) nel sottosuolo.

Tali onde vengono generate, e si propagano nel terreno, ogniqualvolta quest’ultimo venga sottoposto a sollecitazioni sia di tipo naturale sia artificiale.

Nel caso in esame sono stati creati artificialmente degli impulsi mediante l’utilizzo di un energizzatore sismico ad aria compressa posto a diretto contatto sul fondale marino ed azionato da un comando posto sul mezzo natante di superficie. Quando il suolo viene “energizzato”  artificialmente si propagano in esso diversi tipi di onde sismiche, da quelle superficiali di maggiore ampiezza, a quelle più veloci longitudinali (onde P) ed ancora a quelle trasversali (onde S). Per i nostri scopi, sono state utilizzate solamente le onde P.

Mediante questo tipo  di indagine si  può risalire alla composizione litologica di massima dei terreni con indicazione dei relativi spessori. Un limite, invece,  è costituito dal fenomeno di mascheramento dovuto all’impossibilità di rivelare strati  a bassa velocità sottostanti a strati con velocità più elevate o, ancora, di riconoscere livelli stratigrafici di spessore esiguo.

STRUMENTAZIONE UTILIZZATA

  • sismografo Ambrogeo Echo 48/2012 – 48 canali – 24 bit che permette l’acquisizione e rappresentazione degli impulsi sismici su PC consentendo una prima operazione di filtraggio e taratura dei dati in sito; i segnali sismici ottenuti vengono registrati simultaneamente sul disco fisso del PC. Inoltre, lo strumento è dotato di sistema di controllo analogico/digitale dei guadagni con funzione di sommatoria dei segnali sismici che consente di ottimizzare il rapporto segnale-rumore;
  • Catena idrofonica, passo 5.00 m, del tipo elettromagnetico, che consente di convertire in segnali elettrici gli spostamenti delle onde sismiche all’interno del terreno (interfaccia acqua fondale marino); la catena è costituita da un tratto cieco da 50.00 metri per permettere il collegamento all’unità natante posta al centro dello stendimento ubicato sul fondale;
  • Unità esterna di immagazzinamento e memorizzazione dati che permette la verifica dei segnali in situ con possibilità di eventuale trattamento e filtraggio dati;
  • La catena idrofonica viene sistemata direttamente sul fondale marino attraverso due operatori SUB. Contestualmente alla sistemazione della catena idrofonica viene eseguito un rilevamento batimetrico, con profondimetro, dei punti di energizzazione, permettendo di apprezzare le variazioni topografiche presenti sul fondale oggetto di studio.